I Pappy Van Winkle

I Pappy Van Winkle sono i Bourbon (e Rye) Whiskey più richiesti (e pagati) al momento: le bottiglie acquistabili fino a 2-3 anni per qualche decina di euro oggi si vendono a cifre da capogiro e i nuovi ricchi fanno a gara per accaparrarsele. Come tutte le mode e manie, quando esplodono in maniera così fragorosa capita che si accompagnino a ignoranza (nel senso di ignorare) e/o leggende metropolitan: quindi nel limite del possibile proveremo a fare un po’ di chiarezza.

 
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La storia

Cosa c’è dentro le bottiglie di whiskey che sono state commercializzate con il marchio Papa Van Winkle ?? Proviamo a ripercorrere la storia di Julian Van Winkle soprannominato Pappy.

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Nasce nel 1893 da una famiglia di origini olandesi e fin da giovane inizia a lavorare nel settore dei liquori passando molti anni alle dipendenze della WL Weller&Sons con il compito di viaggiare e visitare le distillerie per selezionare le partite di Bourbon&Rye per il loro fabbisogno. Dopo un po’ di gavetta, lui ed un altro socio rilevano l’azienda e subito dopo, per garantirsi l’approvvigionamento di buon whiskey, acquistano anche una piccola distilleria di Louisville, la A. PH. Stitzel in funzione dal 1872. La Distilleria viene ribattezzata Stitzel-Weller e diventa così la fornitrice della materia prima per la commercializzazione di alcuni delle migliori etichette di tutto il ‘900: Old Fidgeralds, W.L. Weller, Rebel Yell, Cabin Still, etc. Negli anni precedenti al proibizionismo (quando saranno autorizzati dal governo a produrre whiskey a scopo “medicinale”), in onore della famiglia, creano un nuovo marchio, l’Old Rip Van Winkle che cesserà di essere commercializzato nel 1929. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale,

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la distilleria viene ristrutturata ed ingrandita, passando dalla tipica realtà artigianale ad una vera e propria azienda americana. Sono anni difficili per i produttori di bourbon: i consumatori “privilegiati” guardano ad altri prodotti (Cognac in testa) mentre quelli più “popolari” preferiscono la vodka o lo scotch. Per cercare di vendere si moltiplicano i marchi e le etichette: si calcola infatti che dal 1940 al 1980 alla Stitzel-Weller ne vengano prodotti circa una trentina. Quello che Julian Van Winkle aveva sempre cercato di fare era di produrre un Whiskey Artigianale nel pieno rispetto della Tradizione Distillatoria del Kentucky con un’attenta e scrupolosa scelta delle materie prime, una curata fermentazione ed una distillazione in alambicco Pot Still riscaldato a fiamma diretta, come avveniva per il Cognac che in quel periodo era il distillato di riferimento. Un imprenditore d’altri tempi convinto di poter battere la concorrenza solo con la migliore qualità, esplicativa la vecchia fotografia di un cartello all’ingresso della distilleria che recitava:

" No chemist allowed
Nature and the old time know how of a master distiller get the job done here...
Because traditional Kentucky Whiskey is a natural product, we disdain synthetics,
scientists and their accompanying apparatus
This is a distillery not a whiskey factory"

 

Nel 1965 muore all’età di 89 anni Julian Van Winkle considerato il più anziano distillatore in attività dell’epoca. Nel 1972 la Stitzel-Weller viene venduta ed il figlio, Julian Van Winkle Jr. che decide di riesumare e commercializzare il vecchio marchio di famiglia Old Rip Van Winkle. Per fare questo si riserva uno stock della produzione, probabilmente un accordo al momento della vendita: si calcola fossero migliaia di botti da lui personalmente selezionate. Ora non sappiamo bene cosa avesse in mente Julian Jr. ma è probabile che essendo praticamente cresciuto in distilleria, ed anche per il tipo di etichette che aveva in mente di commercializzare, si sia riservato le partite migliori del magazzino (noi avremmo fatto così). Teniamo presente che siamo negli anni ‘70 e che raramente si vedono in giro bourbon sopra i 12 anni di invecchiamento. Invece, il nuovo marchio Old Rip Van Winkle prevede proprio whiskey riserva che vanno dai 10yo in su. Intanto la Distilleria Stitzel-Weller continua a produrre i suoi prodotti classici fino al 1991, anno in cui chiude definitivamente i battenti e i suoi marchi più importanti vengono rilevati dai grandi brand. Intanto Julian Jr. continua ad imbottigliare la sua linea di whiskey di alta gamma aggiungendo altre etichette come la Pappy Van Winkle che include Bourbon fino ai 23yo (non si erano mai visti bourbon superiori ai 20yo). In verità per molti anni questi prodotti non ottengono il successo commerciale che si meritano fino a quando verso gli anni 2000 conquistando prestigiosi premi e riconoscimenti, tra cui un incredibile 99 punti per il Pappy Van Winkle 20yo, e finiscono per attirare le attenzioni degli estimatori europei. Per paradosso, il successo commerciale mondiale di questo storico marchio arriva proprio nel periodo in cui le scorte di vecchi whiskey stanno per terminare: infatti, dopo i primi anni 2000 il marchio della famiglia Van Winkle viene ceduto (con una joint venture in verità) a uno dei più grandi brand per la produzione di whiskey a stelle&strisce, la Buffalo Trace. A questo proposito in molti dicono che nei Pappy Van Winkle usciti dopo il 2002 ci sia una miscela di whiskey distillati dalla vecchia Stitzel-Weller con quelli della Buffalo Trace. Di sicuro dal 2010 il Pappy Van Winkle, che ha conservato le sue storiche relese, viene interamente prodotto con gli spiriti distillati dalla Buffalo Trace. Pur rimanendo convinti che alla Buffalo Trace facciano di tutto per distillare un whiskey di ottima qualità con cui imbottigliare il celebre P.V.W. va da sè che non è più la stessa cosa.

Oggi le bottiglie di Pappy Van Winkle si vendono a cifre pazzesche, solo il 23yo supera i 3000-4000 euro) ed anche le vecchie etichette commercializzate dalla Stizel-Weller gli vanno a ruota. Old Fidgeralds produceva anche una serie speciale in edizione limitata che ricorda molto il Pappy Van Winkle con un 8/10/12/15yo Vintage/Millesimato, etichetta Bianca/Avorio. Ci è capitato di vedere bottiglie dal 1950 in su (anche noi ne abbiamo una, un 12yo, del 1957) ed oggi queste sono molto richieste (e pagate) dagli appassionati e collezionisti di tutto il mondo.

In Italia non ci risulta che vengano importati i nuovi Pappy Van Winkle prodotti dalla Buffalo Trace: per questo motivo non siamo in grado di indicare i prezzi per il nostro mercato. Comunque se capita di trovare qualcuna delle vecchie edizioni cercate sempre di capire se è uscita prima o dopo il 2002, unica data certa che il whiskey della bottiglia sia tutto prodotto dalla Stitzel-Weller.